Scrittori di Montmartre I vagabondaggi notturni di Léon-Paul Fargue, un orco col cappello e il mozzicone di sigaretta tra le labbra: «Il pedone di Parigi» (1939), Robin Ed.


La figura del poeta e scrittore francese Léon-Paul Fargue (1876-1947) non ha avuto particolare fortuna nel nostro paese, essendo la sua opera circoscritta a tre sole pubblicazioni: le Poesie 1886-1933, tradotte da Luciana Frezza nella collana «bianca» di Einaudi nel 1981; i godibili resoconti in prosa di Music-hall, curati da Marco Dotti per Medusa nel 2008; il volumetto che riunisce i testi Maurice Ravel e Per la musica, uscito per le Edizioni dell’Orso nel 2021, a cura di Pietro Milli. Discepolo di Mallarmé e compagno di scorribande di Jarry, Fargue si svincolò gradualmente dall’influsso simbolista, aderendo a una singolare sorta di flanêrie letteraria, incentrata sulla scoperta della tentacolare Parigi, sviscerata attraverso ogni minimo anfratto. La sua prosa è permeata di spunti tesi a coniugare sapientemente echi quotidiani e accensioni liriche (oltre alle frequenti metafore abbonda l’uso di neologismi e dell’argot), non disdegnando una spiccata predisposizione musicale.
L’«ultimo aedo», come l’aveva definito Benjamin Crémieux, frequentava abitualmente la mitica libreria La Maison des Amis des Livres di Adrienne Monnier, al n. 7 di Rue de l’Odéon, di fronte alla Shakespeare & Company gestita da Sylvia Beach, cui si deve il merito di aver pubblicato nel 1922 la princeps dell’Ulysses joyciano, letteralmente debordante di refusi. Fu
in quel contesto che Fargue coniò il termine potassons, derivante dal nome del proprio gatto, atto a designare alcuni individui dalla visione discreta e garbata dell’esistenza, dei quali si poteva dire «o tè un janti», frase omofonica che significa «oh, tu sei gentile». Il gruppo annoverava figure tra loro dissimili come Valéry Larbaud, Paul Valéry, Francis Poulenc, Erik Satie che ne compose nel 1919 l’inno ufficiale, la Marche de Cocagne, sonata
inclusa nelle Trois petites pièces montées pour piano à quatre mains.
Figura di rilievo dei potassons era Raymonde Linossier, autrice di un micro-romanzo intitolato Bibi-la-Bibiste dedicato al suo mentore Poulenc, pubblicato a proprie spese nel 1918 in cinquanta esemplari e apprezzato da Ezra Pound che lo ospitò sulla «Little Review»: cinque capitoli di un’essenzialità disarmante (le pagine della plaquette si riducevano a
quattordici), per ricostruire la biografia di Bibi-la-Bibiste. Riportiamo integralmente il capitolo iniziale, dedicato alla sua infanzia: «La sua nascita fu simile a quella di altri bambini. Perciò la chiamarono Bibi-la-Bibiste. (Questa fu l’infanzia di Bibi-la-Bibiste)».
Sembra che il nome Bibi derivasse dal romanzo Bubu de Montparnasse di Charles-Louis Philippe, edito nel 1901, particolarmente apprezzato dall’autrice. Proprio alle esequie di Philippe, Fargue incontrò Larbaud con il quale stabilì una proficua quanto leggendaria amicizia. Dal 1924 Fargue dirige, con lo stesso Larbaud e Valéry, la rivista internazionale «Commerce» di Marguerite Caetani, che nel numero inaugurale ospita vari estratti del
succitato Ulysses di Joyce in traduzione francese. Trovarono altresì ricetto autori come Eliot, Rilke, Hofmannsthal, Ungaretti.
Il titolo più conosciuto di Fargue è Il pedone di Parigi, che ora Robin Edizioni propone nella collana «Biblioteca del Vascello» nell’ottima versione di Emanuela Schiano di Pepe (pp. 186, € 16,00). Uscito originariamente nel ’39 presso Gallimard, Le piéton de Paris contiene le cronache dei vagabondaggi notturni compiuti dall’autore lungo i vari quartieri
della ville lumière. Con l’immancabile mozzicone di sigaretta in bocca e l’aspetto corpulento di un orco dal cappello a grandi tese calcato in testa, lo scrittore si avventura nei luoghi più disparati della città, spesso raggiungendoli in taxi (una fotografia dell’amico Brassaï raffigura Le taxi de Léon-Paul Fargue avvolto nella nebbia), per ricavarne una serie di
miniature volte a contrassegnare il rutilante periodo dell’entre-deux-guerres […] https://ilmanifesto.it/le-cronache-parigine-di-fargue-fantasmi-e-flanerie